Quarto, rifiuti e discariche

Posted on 7 febbraio 2011

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Quarto, Masseria Spinelli. Alle sette di sera sul piazzale del borghetto storico adiacente alle cave ci sono già mille persone, in attesa del concerto promosso dai diversi comitati antidiscarica della provincia di Napoli che nel primo pomeriggio si sono riuniti in assemblea. Nonostante la scelta di una delle cave di Quarto come sversatoio non sia stata confermata ufficialmente (non lo sarà prima di altre due settimane), gli abitanti del posto hanno già raccolto più di diecimila firme per opporsi. Intanto si aspetta anche il nuovo piano rifiuti che dovrebbe essere presentato a breve dalla Regione, questa volta “in conformità alle direttive comunitarie”, come ha assicurato l’assessore all’ambiente Romano, vista la plateale bocciatura ricevuta dal parlamento europeo la scorsa settimana. Tra le novità annunciate c’è la realizzazione di sei biodigestori anaerobici per il trattamento dell’organico, con una riconversione degli attuali Stir (Battipaglia, Pianodardine, Santa Maria Capua Vetere, Giugliano e Tufino) previa nomina di nuovi commissari straordinari, gli stessi che in accordo con la Provincia dovranno individuare anche cave abbandonate o dismesse da riempire con la futura frazione organica stabilizzata. Straordinario come i commissari rimarrà quindi, ancora una volta, lo smaltimento dei rifiuti in regione fino alla realizzazione dei nuovi impianti; un’ennesima “fase di transizione” di durata imprecisata, da liquidare con nuove discariche o spedizioni estere, mentre i cumuli nelle strade aumentano soprattutto in provincia e le inchieste della magistratura continuano a portare a galla ogni sorta di attività criminale dalle sabbie mobili della gestione rifiuti in Campania.

«Non c’è un ufficializzazione ma di fatto la zona è inserita nel nuovo decreto rifiuti, il sindaco è stato convocato alla Provincia, e un elicottero militare ha sorvolato la zona per una settimana: i segnali insomma non mancano», spiega una casalinga residente in zona, tra i fondatori del comitato antidiscarica. Tutto a Quarto sembra essere successo molto velocemente: la mobilitazione dei cittadini, il coordinamento con gli altri gruppi antidiscarica campani e anche la risposta delle autorità. Dopo il partecipato corteo della settimana scorsa, diciassette consiglieri comunali (tra opposizione e maggioranza) hanno improvvisamente deciso di dimettersi, spalancando la porta al commissariamento del Comune. «A prescindere dal fatto che il sindaco ci piacesse o no, di sicuro adesso non abbiamo più nessuno che ci rappresenti in un confronto con la Provincia o con lo stato», dicono i membri del comitato. Come se non bastasse, due giorni prima era stata perquisita la casa di Davide Secone, figlio del sindaco Sauro e membro della segreteria dei Carc campani, ufficialmente per cercare “armi e droga”. Ma nonostante i boicottaggi istituzionali, e sebbene accolga anime piuttosto differenziate tra loro, spaziando dai militanti di estrema sinistra alle casalinghe, il giovane movimento antidiscarica a Quarto sembra rimanere ben saldo. E se da un lato la determinazione degli abitanti può essere spiegabile con le peculiarità del territorio, è innegabile una connessione con la lunga lista di precedenti accumulata negli ultimi anni. A Giugliano, Chiaiano, Terzigno le proteste hanno avuto da subito obiettivi comuni, ma ogni comunità ha dovuto fare il suo percorso, spesso con partenze lente, con un lento e progressivo coinvolgimento degli abitanti meno abituati alla partecipazione politica; Quarto invece sembra avere bruciato diverse tappe. «Ormai è chiaro a tutti che una discarica in più non risolve niente, siamo tutti stanchi di essere presi in giro», spiega la signora del comitato.

«La nostra è una zona malridotta, abbandonata», dice una residente di contrada Spinelli. «Già dalle sette di mattina alle cinque di pomeriggio c’è un andirivieni continuo di camion. Per cinque mesi è mancata l’illuminazione per strada, e senza macchina spostarsi è impossibile. Già un anno fa ci eravamo riuniti per chiedere l’avvio della raccolta differenziata, quando avevano minacciato di usare le cave come deposito per le cosiddette ecoballe. Le cave poi sono anche piccole, risolverebbero poco e niente, tra sei mesi ci troveremmo al punto di partenza. È vero che sulla differenziata abbiamo ancora tutto da imparare, ma se ci mettessero in condizione di farla… uno può sbagliare una, due, tre volte; poi diventa un cittadino intelligente». È tardo pomeriggio, ma l’umido del fondovalle è già penetrante e sulla zona incombe una fitta cappa di nebbia «Una discarica qui sarebbe insostenibile, lo vedono tutti, e arrecherebbe danno anche a tutti i comuni limitrofi, da Licola a Pozzuoli». In attesa della sentenza della Provincia, il comitato continuerà a riunirsi in un presidio permenente, tutti i giorni alle sette nel container sotto i piloni della tangenziale. Guardando i cittadini di Quarto che si riscaldano attorno al fuoco, viene da pensare ai cittadini dei paesi attorno alla discarica di Terzigno, che da settembre ogni notte fanno lo stesso alla rotonda di Boscoreale. Dopo essere stati per settimane sulle prime pagine dei giornali, e dopo aver effettivamente fermato l’apertura di una nuova discarica nel parco nazionale del Vesuvio, loro sono ancora là, a respirare la puzza della discarca di Cava Sari, che nel frattempo continua a inghiottire spazzatura. (viola sarnelli e jános / foto di jános)

Quarto, Masseria Spinelli. Alle sette di sera sul piazzale davanti al borghetto storico adiacente alle cave ci sono già mille persone, in attesa del concerto promosso dai diversi comitati antidiscarica della provincia di Napoli che nel primo pomeriggio si sono riuniti in assemblea. Nonostante una conferma ufficiale della volontà di utilizzare una delle cave di Quarto come sversatoio non sia ancora arrivata, e non arriverà prima di due altre due settimane di sempre più vane trattative intavolate dalla Provincia, gli abitanti del posto hanno già raccolto più di diecimila firme per opporsi. Nel frattempo, la Regione dovrebbe presentare a breve il nuovo piano rifiuti, questa volta in conformità alle direttive europee, ha assicurato l’assessore all’ambiente Romano, vista la sonora bocciatura che l’ultimo ha ricevuto dal parlamento europeo la scorsa settimana. Tra le novità annunciate c’è la realizzazione di sei biodigestori anaerobici per il trattamento dell’organico, con una riconversione degli attuali Stir (Battipaglia, Pianodardine, Santa Maria Capua Vetere, Giugliano e Tufino) previa nomina di nuovi commissari straordinari, gli stessi che dovranno individuare anche cave abbandonate o dismesse da riempire con la futura frazione organica stabilizzata. Straordinario come i commissari rimarrà quindi, ancora una volta, lo smaltimento dei rifiuti in regione fino alla realizzazione dei nuovi impianti; un’ennesima “fase di transizione” di durata imprecisata, da liquidare con nuove discariche o spedizioni estere, mentre i cumuli nelle strade aumentano soprattutto in provincia e le inchieste della magistratura continuano a fare riemergere ogni sorta di attività criminale dalla storia recente della gestione rifiuti in Campania.

 

«Non c’è un ufficializzazione ma di fatto la zona è inserita nel nuovo decreto rifiuti, il sindaco è stato convocato alla Provincia, e un elicottero militare ha sorvolato la zona per una settimana: i segnali insomma non mancano», spiega una casalinga residente in zona, tra i fondatori del comitato antidiscarica. Tutto a Quarto sembra essere successo molto velocemente: la mobilitazione dei cittadini, il coordinamento con gli altri gruppi antidiscarica campani e anche la risposta delle autorità. Dopo il partecipato corteo della settimana scorsa, diciassette consiglieri comunali (tra opposizione e maggioranza) hanno improvvisamente deciso di dimettersi, spalancando la porta al commissariamento del Comune. «A prescindere dal fatto che il sindaco ci piacesse o no, di sicuro adesso non abbiamo più nessuno che ci rappresenti in un confronto con la Provincia o con lo Stato», dicono i membri del comitato. Come se non bastasse, due giorni prima era stata perquisita la casa di Davide Secone, figlio del sindaco Sauro Secone e membro della segreteria dei Carc campani, ufficialmente per cercare “armi e droga”. Nonostante i boicottaggi istituzionali, e sebbene accolga anime piuttosto differenziate tra loro, dai militanti di estrema sinistra alle casalinghe, il giovane movimento antidiscarica a Quarto sembra rimanere ben saldo. E se da un lato la determinazione può essere spiegabile con le peculiarità del territorio, è innegabile una connessione con la lunga lista di precedenti accumulata negli ultimi anni. A Giugliano, Chiaiano, Terzigno le proteste hanno avuto da subito obiettivi comuni, ma ogni comunità ha dovuto fare il suo percorso, spesso con partenze lente, un lento e progressivo coinvolgimento degli abitanti meno abituati alla partecipazione politica; Quarto invece sembra avere bruciato diverse tappe. «Ormai è chiaro a tutti che una discarica in più non risolve niente, siamo tutti stanchi di essere presi in giro», spiega la signora del comitato.

 

«La nostra è una zona malridotta, abbandonata», dice una residente di contrada Spinelli. «Già dalle sette di mattina alle cinque di pomeriggio c’è un andirivieni continuo di camion. Per cinque mesi è mancata l’illuminazione per strada, e senza macchina spostarsi è impossibile. Già un anno fa ci eravamo riuniti per chiedere l’avvio della raccolta differenziata, quando avevano minacciato di usare le cave come deposito per le cosiddette ecoballe. Le cave poi sono anche piccole, risolverebbero poco e niente, tra sei mesi ci troveremmo al punto di partenza. È vero che sulla differenziata abbiamo ancora tutto da imparare, ma se ci mettessero in condizione di farla… uno può sbagliare una, due, tre volte; poi diventa un cittadino intelligente». È tardo pomeriggio, ma l’umido del fondovalle è già penetrante e sulla zona incombe una fitta cappa di nebbia «Una discarica qui sarebbe insostenibile, lo vedono tutti, e arrecherebbe danno anche a tutti i comuni limitrofi, da Licola a Pozzuoli». In attesa della sentenza della Provincia, il comitato continuerà a riunirsi in un presidio permenente, tutti i giorni alle sette nel container sotto i piloni della tangenziale. Guardando i cittadini di Quarto che si riscaldano attorno al fuoco, viene da pensare ai cittadini dei paesi attorno alla discarica di Terzigno, che da settembre ogni notte fanno lo stesso alla rotonda di Boscoreale. Dopo essere stati per settimane sulle prime pagine dei giornali, e dopo aver effettivamente fermato l’apertura di una nuova discarica nel parco nazionale del Vesuvio, loro sono ancora là, a respirare la puzza della discarca di Cava Sari, che nel frattempo è stata allargata e continua a inghiottire spazzatura. (viola sarnelli e jános / foto di jános)

Quarto, Masseria Spinelli. Alle sette di sera sul piazzale davanti al borghetto storico adiacente alle cave ci sono già mille persone, in attesa del concerto promosso dai diversi comitati antidiscarica della provincia di Napoli che nel primo pomeriggio si sono riuniti in assemblea. Nonostante una conferma ufficiale della volontà di utilizzare una delle cave di Quarto come sversatoio non sia ancora arrivata, e non arriverà prima di due altre due settimane di sempre più vane trattative intavolate dalla Provincia, gli abitanti del posto hanno già raccolto più di diecimila firme per opporsi. Nel frattempo, la Regione dovrebbe presentare a breve il nuovo piano rifiuti, questa volta in conformità alle direttive europee, ha assicurato l’assessore all’ambiente Romano, vista la sonora bocciatura che l’ultimo ha ricevuto dal parlamento europeo la scorsa settimana. Tra le novità annunciate c’è la realizzazione di sei biodigestori anaerobici per il trattamento dell’organico, con una riconversione degli attuali Stir (Battipaglia, Pianodardine, Santa Maria Capua Vetere, Giugliano e Tufino) previa nomina di nuovi commissari straordinari, gli stessi che dovranno individuare anche cave abbandonate o dismesse da riempire con la futura frazione organica stabilizzata. Straordinario come i commissari rimarrà quindi, ancora una volta, lo smaltimento dei rifiuti in regione fino alla realizzazione dei nuovi impianti; un’ennesima “fase di transizione” di durata imprecisata, da liquidare con nuove discariche o spedizioni estere, mentre i cumuli nelle strade aumentano soprattutto in provincia e le inchieste della magistratura continuano a fare riemergere ogni sorta di attività criminale dalla storia recente della gestione rifiuti in Campania.

«Non c’è un ufficializzazione ma di fatto la zona è inserita nel nuovo decreto rifiuti, il sindaco è stato convocato alla Provincia, e un elicottero militare ha sorvolato la zona per una settimana: i segnali insomma non mancano», spiega una casalinga residente in zona, tra i fondatori del comitato antidiscarica. Tutto a Quarto sembra essere successo molto velocemente: la mobilitazione dei cittadini, il coordinamento con gli altri gruppi antidiscarica campani e anche la risposta delle autorità. Dopo il partecipato corteo della settimana scorsa, diciassette consiglieri comunali (tra opposizione e maggioranza) hanno improvvisamente deciso di dimettersi, spalancando la porta al commissariamento del Comune. «A prescindere dal fatto che il sindaco ci piacesse o no, di sicuro adesso non abbiamo più nessuno che ci rappresenti in un confronto con la Provincia o con lo Stato», dicono i membri del comitato. Come se non bastasse, due giorni prima era stata perquisita la casa di Davide Secone, figlio del sindaco Sauro Secone e membro della segreteria dei Carc campani, ufficialmente per cercare “armi e droga”. Nonostante i boicottaggi istituzionali, e sebbene accolga anime piuttosto differenziate tra loro, dai militanti di estrema sinistra alle casalinghe, il giovane movimento antidiscarica a Quarto sembra rimanere ben saldo. E se da un lato la determinazione può essere spiegabile con le peculiarità del territorio, è innegabile una connessione con la lunga lista di precedenti accumulata negli ultimi anni. A Giugliano, Chiaiano, Terzigno le proteste hanno avuto da subito obiettivi comuni, ma ogni comunità ha dovuto fare il suo percorso, spesso con partenze lente, un lento e progressivo coinvolgimento degli abitanti meno abituati alla partecipazione politica; Quarto invece sembra avere bruciato diverse tappe. «Ormai è chiaro a tutti che una discarica in più non risolve niente, siamo tutti stanchi di essere presi in giro», spiega la signora del comitato.

«La nostra è una zona malridotta, abbandonata», dice una residente di contrada Spinelli. «Già dalle sette di mattina alle cinque di pomeriggio c’è un andirivieni continuo di camion. Per cinque mesi è mancata l’illuminazione per strada, e senza macchina spostarsi è impossibile. Già un anno fa ci eravamo riuniti per chiedere l’avvio della raccolta differenziata, quando avevano minacciato di usare le cave come deposito per le cosiddette ecoballe. Le cave poi sono anche piccole, risolverebbero poco e niente, tra sei mesi ci troveremmo al punto di partenza. È vero che sulla differenziata abbiamo ancora tutto da imparare, ma se ci mettessero in condizione di farla… uno può sbagliare una, due, tre volte; poi diventa un cittadino intelligente». È tardo pomeriggio, ma l’umido del fondovalle è già penetrante e sulla zona incombe una fitta cappa di nebbia «Una discarica qui sarebbe insostenibile, lo vedono tutti, e arrecherebbe danno anche a tutti i comuni limitrofi, da Licola a Pozzuoli». In attesa della sentenza della Provincia, il comitato continuerà a riunirsi in un presidio permenente, tutti i giorni alle sette nel container sotto i piloni della tangenziale. Guardando i cittadini di Quarto che si riscaldano attorno al fuoco, viene da pensare ai cittadini dei paesi attorno alla discarica di Terzigno, che da settembre ogni notte fanno lo stesso alla rotonda di Boscoreale. Dopo essere stati per settimane sulle prime pagine dei giornali, e dopo aver effettivamente fermato l’apertura di una nuova discarica nel parco nazionale del Vesuvio, loro sono ancora là, a respirare la puzza della discarca di Cava Sari, che nel frattempo è stata allargata e continua a inghiottire spazzatura. (viola sarnelli e jános / foto di jános)

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